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venerdì, 4 Ottobre, 2024
Attualità

CPR Palazzo San Gervasio, la rabbia di Libera Basilicata e Presidio Vulture-Alto Bradano

“Registriamo grande avvilimento e mortificazione nell’apprendere dai mezzi di comunicazione gli esiti dell’indagine condotta dalla Procura di Potenza sulla gestione del Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR)  e sui maltrattamenti in via di accertamento verificatisi al suo interno, a Palazzo San Gervasio.Purtuttavia, non ci dichiariamo sorpresi” è quanto dichiarato in una nota stampa dell’Associazione Libera che già aveva levato la sua voce, insieme a quella di altre sensibilità associative e personali, all’indomani dell’inchiesta giornalistica avviata da Striscia la notizia e da altre fonti formali e informali.

“Era il 22 febbraio 2023 quando, infruttuosamente, depositavamo insieme ad altre espressioni della società civile una richiesta di Consiglio comunale aperto rivolta all’Amministrazione di Palazzo San Gervasio e quando rilevavamo l’urgenza di provvedere alla nomina di un Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, del tutto assente a livello locale e regionale all’epoca delle vicende emerse.La vicenda risulta inquietante su diversi profili: umani, gestionali, legali e istituzionali” chiarisce Libera.

“La questione, come si comprende, assume una dimensione drammaticamente più ampia rispetto a quella che appare e la nostra Associazione intende rimarcarla, perché ha a che fare con il presunto “diritto di abusare”, con l’irragionevole “diritto di speculare”, con l’insopportabile rivendicazione del “diritto di differenziare fra gli uomini” sul piano dei diritti umani, con la pericolosa “tentazione di imporre,” più che di persuadere” chiosa Libera “Vi è un aspetto pedagogico e testimoniale cui sono richiamati tutti gli uomini e le donne dello Stato, i quali, nell’esercizio delle funzioni loro affidate, non possono sottrarsi sul piano della responsabilità giuridica, ma anche sul piano della responsabilità etica, rispetto ad una comunità che ha dato loro fiducia sul versante del perseguimento del bene comune, che è bene di tutti. Al momento l’indagine ci consegna un arresto di un ispettore della Polizia, tre misure interdittive e una trentina d’indagati, fra cui anche personale sanitario. Risulterebbero in fase di accertamento almeno 35 maltrattamenti ai danni delle persone ristrette nella loro libertà” e conclude “Rispetto a queste evidenze, non vi è la possibilità di preservare la propria serenità di cittadini: l’inquietudine rischia di sopravanzare anche le ragioni che completa giustizia possa essere garantita, se si è dovuto attendere che fosse una testata televisiva ad alzare il velo sulle violenze perpetrate”.

 

Talia Mottola

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