La sede del Serd di Salerno è tra le prime in Italia ad attivare la nuova metodologia di impianti sottocutanei in grado di rilasciare un principio attivo per sei mesi ed aiutare così tossicodipendenti ormai stabilizzati ad uscire completamente fuori dal circolo della droga. Questo nuovo approccio è particolarmente significativo considerando le difficoltà che la sanità sta affrontando nel reperire i camici bianchi per coprire i turni di lavoro nei pronto soccorso.
Il progetto presentato in conferenza stampa questa mattina rientra in un programma sperimentale su base nazionale, con il Direttore Generale dell’ASL di Salerno, Gennaro Sosto, che ha anche avuto l’occasione di parlare dei numeri dei pronto soccorso. Il Direttore non nasconde la sua disapprovazione contro con chi si accusa di inadempienze l’Asl che, invece, combatte per reperire 85 medici come minimo per soddisfare le esigenze dei medici in servizio nei presidi di soccorso del territorio coperto dall’Asl. In quattro concorsi, svolti nell’ultimo anno, ne sono stati reperiti solo 10. A Scafati finalmente ne arriveranno tre, ma la coperta resta corta. Le scuole di specializzazione dell’università Vanvitelli e della Federico II su 68 posti disponibili al momento hanno solo otto studenti. Il direttore ha annunciato una conferenza stampa nei prossimi giorni per dettagliare queste difficoltà, numeri alla mano. Intanto questa mattina, con orgoglio ha presentato il servizio che attraverso il rilascio di Bupremorfina, riguarderà 8 pazienti seguiti dal Serd.