Al momento del suo concorso all’omicidio di Marzia Capezzuti, la ragazza milanese uccisa dopo essere stata torturata e seviziata dalla famiglia che la ospitava a Pontecagnano, il minorenne era capace di intendere e volere. È quanto avrebbero stabilito i periti nominato dal giudice del tribunale dei minorenni. Si deve ancora capire, però, se sia stato condizionato dalla madre. Occorre dire infatti che il giovane al momento dell’arresto chiedeva della madre e la difendeva dalle accuse a lei rivolte. Ma la posizione del minorenne è legata anche all’esito della perizia sul labiale, quello della videochiamata Instagram fatta con la sorella che rappresenta – secondo gli inquirenti – la confessione del minore del suo coinvolgimento nell’azione criminale.
Secondo il ragazzo dopo che Marzia fu uccisa lui fu mandato dalla mamma a controllare che fosse davvero morta, insomma se respirava o meno. Anche questo dettaglio il minore confida alla sorella. Per lui l’avvocato Spadafora ha richiesto l’abbreviato condizionato prorprio alle due perizie.
Intanto ieri l’udienza è slittata ancora una volta, fissata per metà febbraio, a causa di un impedimento del suo legale. Anche per i suoi genitori l’udienza è slittata a fine mese.
….adesso gli daranno pochi mesi ed un arresto domicilaire e poi una pacca sulle spalle e via. Bisogna alzare glia delle pene altrimenti la gfente deve attrezzarsi per fare da sola e far passare la voglia a tanti “bravi ragazzi ” di giocare con la vita della gente. Deve essere la loro vita ad essere messa in gioco.