A Tito, in provincia di Potenza, si erge il convento di Sant’Antonio da Padova, l’antichissimo cenobio intitolato al santo portoghese è stato completamente ristrutturato dopo l’ultimo sisma.
L’epoca della sua edificazione si attesta ai primi anni del XVI secolo, quando i cittadini provvedettero, con le loro donazioni e con beni del Comune, alla sua costruzione per poi consegnarlo a padre Gianfrancesco da Potenza, dell’ordine dei Francescani.
Il Convento racchiude un ricco patrimonio artistico.
A pianta quadrata, il convento presenta una teoria di quattro archi per ogni lato, che si affacciano sul chiostro interno, dove un tempo erano sistemati un pozzo per la raccolta dell’acqua, predisposto per le esigenze dei frati. Il Chiostro conserva uno dei più interessanti cicli ad affresco della regione.
Le pareti interne, invece, ospitano 27 scene tratte dalla vita e dagli interventi miracolosi di Sant’Antonio.
Una scala conduce al piano superiore, dove si aprivano le celle dei frati, che hanno varie aperture sul chiostro.
Coeva all’epoca di costruzione del cenobio è la chiesa adiacente, a due navate riccamente stuccate. Vi si accede da un portale sul quale spicca lo stemma dei Francescani. Sul lato destro dell’aula si aprono alcune nicchie decorate con madonne e santi e arricchite da motivi ornamentali.
La zona presbiteriale, a cui si accede da una scalinata, è sormontata da un arco trionfale. Una cattedra per le funzioni liturgiche spicca a destra del presbiterio, sulla sinistra invece c’è un pianerottolo policromo per l’organo (che un tempo era a canne). Dietro l’altare maggiore c’è un coro ligneo.
Nella chiesa un tempo avveniva la sepoltura dei morti, come attestano le numerose nicchie che avevano sul pavimento botole ribaltabili successivamente interrate per motivi di sicurezza.
Redazione Basilicata