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lunedì, 11 Novembre, 2024
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Ben 500 chili di rifiuti raccolti in mare dai ragazzi dell’Area Penale di Napoli

I ragazzi dell’Area Penale di Napoli si sono immersi per pulire i fondali marini del Golfo di Napoli, recuperando ben 500 kg di rifiuti dai fondali marini del Borgo dei Marinari a Napoli.

A supporto delle operazioni anche la MareNostrum Dike, un tempo imbarcazione Oceanis 473 con la quale gli scafisti trafficavano bambini, anziani, donne sulla tratta dalla Turchia, ma che oggi assume tutt’altro ruolo, rappresentando conoscenza e legalità.

“Sono ben 500 Kg di rifiuti recuperati dai fondali marini del Borgo dei Marinari di Napoli con le attività messe in campo ieri. Ora, i rifiuti recuperabili verranno trasformati. Ripulire il mare è un gesto di amore e di profonda coscienza. Ci siamo anche noi di SAE Ambiente e continueremo a fare rete con i ragazzi dell’Area Penale di Napoli, con i volontari di Archeoclub D’Italia, con la Marina Militare, con il Centro di Giustizia Minorile della Campania, con il Circolo Savoia, con il Corpo Militare dell’Ordine di Malta. Un’occasione di sensibilizzazione e di impegno sociale a cui SAE ha aderito in prima linea con il compito di raccogliere i rifiuti recuperati dai volontari e trasportarli presso un impianto autorizzato per il corretto trattamento. Questo intervento è stato fondamentale per la salvaguardia del delicato ecosistema marino”, ha affermato, Ferdinando Sarno, Amministratore della SAE AMBIENTE.

“Da anni l’azienda si impegna attivamente nel recupero di materie prime dai rifiuti vegetali per la produzione di Biogas avanzato, come il diesel rinnovabile (HVO), il carburante sostenibile per l’aviazione (SAF) e il biodiesel. Da due anni, SAE ha implementato un innovativo processo industriale di de-packaging degli alimenti non idonei alla commercializzazione, permettendo il recupero della parte organica, – prosegue l’ Amministratore della SAE AMBIENTE – in questo modo entro il 2025, eviteremo lo smaltimento e l’invio in discarica di 26 milioni di kg di rifiuti ogni anno, convertendo il 90% di essi in materia prima per la produzione di biometano avanzato” ha concluso Ferdinando Sarno.

Da sottolineare l’essenzialità della collaborazione fra Archeoclub D’Italia, MareNostrum che è il Dipartimento Marino di ArcheoClub D’Italia, Marina Militare, Corpo Militare dell’Ordine di Malta e Centro di Giustizia Minorile che fanno rete per tutelare il Patrimonio Ambientale e puntare al reintegro dei ragazzi dell’Area Penale.

“Sui fondali marini del Borgo dei Marinari, in questa zona dove c’è storia, dove c’è mitologia, abbiamo trovato comunque tanti rifiuti e soprattutto vetro, pneumatici. Penso che siamo riusciti a dare un messaggio chiaro sulla tutela del patrimonio ambientale e culturale. Nella Giornata Mondiale degli Oceani, nuovi ragazzi dell’Area Penale hanno conseguito il brevetto di sub per poi diventare Operatori Tecnico Subacquei. Per loro la strada del riscatto. Ci arrivano dopo un impegno sociale costante. Sono ragazzi che stanno conoscendo un mondo nuovo, pulito, diverso, bello. Attraverso il progetto Bust Busters che vede insieme MareNostrum – ha affermato, Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Dipartimento Marino di Archeoclub D’Italia, Archeoclub D’Italia, Marina Militare, Centro di Giustizia Minorile della Campania, Corpo Militare dell’Ordine di Malta, siamo a circa 20 ragazzi che, nel corso di due anni, hanno seguito lezioni di teoria e di pratica imparando tante cose. Ad esempio hanno imparato azioni di pronto soccorso ma anche tecniche di immersione subacquea nozioni e dettagli sul patrimonio geologico, naturalistico, archeologico – marino e dopo teoria e pratica sul campo, hanno conseguito il brevetto da sub. Questi ragazzi potranno anche, un domani, candidarsi a guide turistiche subacquee. La MareNostrum Dike, invece, in una sua vita passata era imbarcazione con la quale gli scafisti trafficavano persone sulla tratta dalla Turchia. Questa imbarcazione, una motovela Oceanis 473 clipper che poteva ospitare fino a 12 persone, ma sulla quale gli scafisti facevano salire anche più di 100 persone, è stata sequestrata e confiscata in Sicilia. La Procura della Repubblica di Ragusa, l’ha assegnata in custodia ad Archeoclub D’Italia. Oggi il suo nome è MareNostrum Dike. MareNostrum dal nome del Dipartimento Marino di Archeoclub D’Italia e Dike dal nome della dea della Giustizia nella mitologia greca. A bordo di MareNostrum Dike si svolgono attività di recupero sociale, di conoscenza del patrimonio culturale e dunque da imbarcazione dove c’era soffferenza, la sofferenza di donne, bambini, anziani, persone usate come oggetto e merce, oggi c’è memoria, c’è conoscenza, c’è riscatto”.

“Altri ragazzi dell’Area Penale di Napoli hanno conseguito brevetti per diventare sub. Umberto, uno dei ragazzi, ha ottenuto anche la Borsa di Studio per diventare Operatore Tecnico Subacqueo. Continua il nostro percorso di riabilitazione, con questi ragazzi, ma anche di conoscenza e di tutela del patrimonio ambientale e culturale. Siamo fieri di questo percorso perché vuol dire che questo ragazzo ha compreso i suoi errori e sta cercando di reinserirsi in modo sano nella società. Stiamo puntando a progetti europei. Noi sicuramente abbiamo dato vita a delle buone pratiche. Ma vorrei ricordare la nave Caracciolo – ha affermato Francesca Esposito, Referente Attività Sociali di MareNostrum – Archeoclub D’Italia – che a Napoli salvò ben 750 “scugnizzi” dalla strada. Il mare come educatore affonda radici lontanissime. Noi siamo su questo percorso e l’obiettivo è sicuramente di dare un modello non più campano ma italiano ed europeo. Siamo convinti che si possa collaborare con i Centri di Giustizia presenti all’estero e favorire la conoscenza culturale del patrimonio dei rispettivi territori. Attraverso il mare, ma anche attraverso il patrimonio culturale, stiamo cercando di far comprendere ai ragazzi che è possibile avere una vita diversa”.

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