Serafino Nicolella Budetta e sua figlia Adele hanno scritto una lettera all’Asl di Salerno e per conoscenza anche al ministero della Salute e al governatore della regione Campania, per chiedere parole di conforto verso la dottoressa Stefania Salvatore, moglie e madre dei due sopracitati. Salvatore era una dottoressa del 118 di Bellosguardo che si tolse la vita due anni fa. “Lei – scrivono padre e figlia – ha svolto la professione con totale dedizione ed esemplare altruismo, senza risparmio di forze, senza adeguato riposo e notevole carica emotiva. Condizioni – si legge nella missiva – fortemente favorevoli per l’instaurarsi della Sindrome da Burn out in un medico emergentista che in silenzio ha vissuto interiormente il forte disagio legato allo stress lavorativo”.
Serafino Nicolella Budetta ha sostenuto che la sindrome era anche evidente in alcuni certificati. La dottoressa si tolse la vita il 31 agosto di due anni fa quando lasciò la postazione per farla finita. “Il triste epilogo – sostengono i due – dell’esistenza di un medico dedito totalmente alla professione. Questo tragico evento è rimasto nell’assoluto oblio”. Da qui le richieste. “E’ normale che dirigenza aziendale e le istituzioni non si siano accorte di niente, tutto coperto dal pallio della misericordia? Occorre ricordare un professionista caduto al fronte, sarebbe cosa giusta”.
Inoltre il medico ha chiesto che anche “l’amministrazione comunale di Bellosguardo prenda l’iniziativa di una commemorazione del medico, magari intitolandole la postazione del 118”.