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mercoledì, 22 Gennaio, 2025
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Dottoressa del 118 si tolse la vita a Bellosguardo, nel 2025 l’udienza per la richiesta di risarcimento all’Asl

Si terrà a febbraio dell’anno prossimo l’udienza civile sulla morte di Stefania Salvatore che due anni fa si tolse la vita secondo i familiari a causa dello stress lavorativo, era una dottoressa del 118 di Bellosguardo, e del mancato controllo preventivo da parte dell’Asl Salerno. Secondo quanto denunciato dal marito e dalla famiglia la donna soffriva di bornout. Il burnout è un insieme di sintomi che deriva da una condizione di stress cronico e persistente, associato al contesto lavorativo. Secondo Serafino Nicolella Budetta marito della dottoressa Salvatore e sua figlia Adele e per il legale che li assiste, l’avvocato Giovanni Filosa, la dottoressa del 118 non ha sopportato lo stress da lavoro a causa di turni su turni senza adeguato riposo e senza controllo medico periodico. Questo viene sostenuto nella denuncia, sottolineando il fatto che secondo la famiglia l’Asl non aveva sottoposto a visita annuale, da almeno due anni, la professionista.

“Mia moglie – ha aggiunto Budetta – non ha mai usufruito di malattia durante il periodo covid e ha pagato di persona tutto lo stress accumulato. Si sacrificata per non far chiudere il saut di Bellosguardo”. Il j’accuse del marito è duro. “Ha sopportato turni in straordinario per i convenzionati a tempo indeterminato che non sono equiparati a quelli in Alpi dei dipendenti, in pratica è stata carne da macello, senza nessun riconoscimento né solidarietà morale dell’azienda e delle istituzioni”. Dalla causa si chiede si un risarcimento economico ma soprattutto un riconoscimento di quanto fatto dalla dottoressa del 118 e anche – hanno più volte sottolineato – un cordoglio anche postumo delle autorità sanitarie. 

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