Luca Ippolito aveva 72 anni, era un dottore in pensione, e abitava a Sant’Arsenio insieme al fratello e ai suoi cani. Alcuni giorni fa aveva avuto problemi cardiaci ed era stato ricoverato a Eboli per poi tornare a casa. Martedì intorno alle 13.30 ha accusato un malore ed è stato accompagnato, in auto, da un parente in ospedale. Qui è deceduto alcune decine di minuti dopo. Secondo i parenti non sono state eseguite tutte le operazioni di soccorso previste e la famiglia, tutelata dall’avvocato Danilo Cozza, ha presentato denuncia alla Polizia municipale di Sant’Arsenio guidata dal comandante Andrea Santoro la salma è stata sequestrata. Il sequestro è sopraggiunto poche ore dopo il decesso. Il corpo di Luca Ippolito era già nella sala del commiato di Polla, l’Infinito, e già c’erano state numerose persone a presentare le condoglianze ai familiari. Tuttavia nella denuncia i familiari chiedono che ci sia “l’accertamento dei fatti avvenuti presso il nosocomio di Polla, relativamente alla fase sia di ingresso al pronto soccorso, sia alle successive fasi di assistenza medica fornite al paziente, nonché eventuali responsabilità attribuibili a ‘eventuale mancata tempestività di cure o di assistenza’ tali da evitare il decesso del malcapitato”. Sul caso quindi indaga la Procura di Lagonegro e ancora non è stata disposta l’eventuale autopsia per chiarire le cause del decesso. Occorre però anche aggiungere che dall’ospedale si sta ponderando la possibilità di presentare una controdenuncia per alcune offese e minacce che sarebbero state lanciate agli operatori del Pronto soccorso.
…minacce , offese chiacchiere intanto un povero malato come tanti ne sono passati e deceduti a polla ora giace all’obitorio. De luca e quelli che lo hanno preceduto per decenni hanno ridotto questa struttura ad una anticamera della morte ed l’emblema della inefficienza è il primo soccorso dove personalmente sono stato in attesa per otto ore di una tac per una caduta e colpo al capo. Basterebbe mettere medici competenti e personale efficiente e avere il coraggio di dire alla gente , se la struttura è satura, di rivolgeri ad altro ospedale.