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venerdì, 23 Maggio, 2025
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Assegni di cura in ritardo, la rabbia delle mamme. “Chiediamo rispetto, non è un’ elemosina”

Sono in arrivo le liquidazioni degli assegni di cura per le persone che ne hanno diritto nell’ambito del Piano sociale di Zona del Vallo di Diano. Tuttavia da parte di alcune mamme e associazioni del territorio emergono proteste su modalità e modi. Tra queste Giulia Iannuzzi, presidente dell’associazione Ascoltami, che tutela le famiglie con bambini e persone con difficoltà nell’area del Vallo di Diano e nel Tanagro, in una lettera aperta lancia delle accuse al sistema. Nel Vallo di Diano i ritardi per la liquidazione i contributi del 2025 (nonostante le assistenti sociali già abbiano provveduto a compilare la parte burocratica), questo perché le richieste sono aumentate (di venti unità circa) e i fondi diminuiti (arrivano dal ministero e poi a pioggia). Numerose famiglie sono in difficoltà e Giulia alza la voce: “Non esiste la persona, ma un numero di protocollo. Quando si ha un figlio con una disabilità gravissima, è come se si fosse ammalato tutto un nucleo familiare”, ricorda Giulia. “Sono anni, che elemosino, perché questo è il termine corretto da utilizzare, l’assegno di cura, per la disabilità gravissima di Samuele. Ho scritto un numero infinito di mail, e fatto centinaia di telefonate. Mi chiedo – ha concluso Giulia Iannuzzi – quando arriverà l’attenzione giusta per Samuele e per tutti i bambini affetti da gravi problemi di salute nel nostro Vallo di Diano”.

Chiede rispetto anche Angese, mamma di Lua affetta dalla sindrome di Rett. “Proviamo tanta fatica a lottare tutti i giorni per qualcosa che dovrebbe essere scontato. Sono una madre, non un dottore, un infermiere, un OSS, un fisioterapista o un tecnico riabilitativo. Non sono nulla di tutto questo ma faccio tutto questo. Per colpa della sindrome di Rett sono una mamma caregiver e non volevo esserlo. Volevo essere semplicemente sua madre. Ti ritrovi con un respiratore notturno, a iniziare la terapia del dolore, a somministrare interminabili farmaci, preparare pappe all’infinito con la speranza che non le vomiti, usare apparecchiature che non immaginavi di usare, cantare canzoni e canzoncine, le stesse tutti i giorni. Sei costretta a vedere tua figlia soffrire e vivi con la speranza che non sia l’ultimo giorno. Tutto questo porta allo sfinimento emotivo e fisico ma continui a lottare per un sistema che non funziona. Chiedo rispetto per quello che affrontiamo, rispetto per il nostro dolore, almeno questo”.

2 Commenti

  1. Antonio Fusco says:

    ….la sanità è diventata la fogna di ogni ruberia dei neofascisti e leghisti, ma dei politici in genere e lo è da sempre. La povera gente stenta e la politica corrotta banchetta. Afflitto da malattia rara devo pagarmi di tutto e di più se voglio sopravvivere e non ho diritto nemmeno all’esenzione del ticket sui medicinali. Questa è la giustizia e lo stato sociale di neofascisti e leghisti.

  2. Pasquale says:

    Regione Campania
    Solo burocrati senza immedesimarsi nei veri problemi che si affrontano con una persona disabile.
    È la seconda volta che mi rigettano la domanda, inoltre aspetto dal 2004 un minimo contributo per aver realizzato una rampa e un ascensore per il superamento delle barriere architettoniche
    Ne il comune ne la regione mi hanno dato un riscontro.
    Da 25 anni mi pago tutti i farmaci, cure e quant’altro
    Sin dall’inizio mi sono sentito abbandonato e dover combattere con medici burocrati e incompetenti
    Non vedo l’ora di andarmene
    l’Italia non è per gli italiani
    E

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