Ex seminarista valdianese indagato – e nei giorni scorsi gli è stato notificato l’avviso di conclusione indagini – per diffamazione nei confronti del vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro. Gli episodi, diversi secondo quanto emerso negli accertamenti, si sono registrati nel marzo del 2023.

Secondo le accuse l’ex seminarista comunicando con più persone, anche in tempi diversi, offendeva la reputazione del vescovo, il monsignor Antonio de Luca, guida della Diocesi di Teggiano-Policastro. In particolare, inviava, più volte e in tempi diversi, all’indirizzo istituzionale di posta elettronica certificata (la pec) della Diocesi una missiva diretta alla Curia Vescovile, al Collegio dei Consultori e al Collegio Presbiteriale, con allegata una nota nella quale affermava che un prete della diocesi aveva riferito di possedere una cassaforte nella quale sarebbe stato custodito – così si leggeva nella mail e nelle accuse lanciate dall’ex seminarista – custodito materiale compromettente, addirittura di natura sessuale e omosessuale. Secondo le accuse – che poi hanno fatto scattare l’indagine per diffamazione – il vescovo era così sotto ricatto anche – stando sempre a quanto scritto nell’allegato – per delle liti con alcuni preti della sua Diocesi. Inoltre la missiva, con la medesima nota in allegato, veniva inviata agli indirizzi di posta elettronica privata di alcuni sacerdoti membri del Collegio dei Consultori della Curia Vescovile. Secondo la notifica di conclusione delle indagini all’ex seminarista di Teggiano viene anche aggiunta l’aggravante di aver arrecato l’offesa con un mezzo di pubblicità e segnatamente, a mezzo poeta elettronica certificata, indirizzata ad una pluralità di destinatari. Ora l’indagato avrà venti giorni per presentare le proprie memorie difensive al Tribunale di Lagonegro.
I cristiani devono vivere nel mondo con le ingiustizie, incongruenze e fragilità dell’umanità, ma devono sostenere e difendere la verità. Solidarietà al nostro Pastore e all’intera diocesi.