lunedì, 12 Maggio, 2025
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I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli annunciano la realizzazione del “Museo campano dell’arte salvata”

Sono molteplici le attività preventive e repressive svolte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, riguardo il fenomeno degli scavi clandestini ed il relativo traffico di reperti archeologici nonché riguardo le violazioni in materia paesaggistica e monumentale, senza trascurare la tutela dei beni antiquariali e librari, che hanno fatto registrare un notevole incremento di opere sottoposte a sequestro, anche in territorio estero, per un totale di circa 3.400 beni culturali recuperati, del valore di 2,5 milioni di euro, parte dei quali già restituiti agli aventi diritto pubblici e privati della Campania e di numerose altre regioni italiane.

In particolare, il costante monitoraggio delle aree archeologiche terrestri e marine, anche mediante l’ausilio del Nucleo Elicotteri CC di Pontecagnano e del Nucleo Subacquei CC di Napoli, e le indagini di tipo telematico svolte sui canali di compravendita e-commerce, hanno permesso di recuperare durante lo scorso anno, circa 2.300 reperti archeologici (contro i 2.134 dell’anno 2022), molti dei quali già musealizzati, venendo restituiti definitivamente al patrimonio indisponibile dello Stato.

Sempre in ambito archeologico complesse ed articolate indagini, anche di tipo transnazionale, hanno portato al deferimento di 17 persone per scavi clandestini e 87 persone per ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali. Sempre in ambito paesaggistico sono stati sottoposti a sequestro strutture turistico ricettive ubicate in zone sottoposte a vincolo della fascia costiera cilentana e amalfitana, per lottizzazione abusiva e distruzione di riserva naturalistica, mentre sono circa 40 i beni monumentali ispezionati nella città di Napoli con la finalità di restituirli alla collettività, in una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli con la collaborazione di altri enti, tra cui la Soprintendenza ABAP di Napoli e la Scuola di Specializzazione dei Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Università Federico II di Napoli.

Altro settore su cui il reparto ha posto particolare attenzione è stato quello della ricettazione di beni librari e archivistici, commercializzati anche attraverso canali telematici dark web e deep web. Tra i beni librari restituiti allo Stato spiccano i 300 libri antichi appartenenti al Fondo Borbonico dell’Archivio di Stato di Napoli intercettati e sottoposti a sequestro prima che venissero venduti via internet a commercianti e collezionisti italiani ed esteri.

Azioni di monitoraggio e recupero che hanno visto il lavoro intenso del Nucleo TPC di Napoli, in collaborazione con la Soprintendenza ABAP per l’Area Metropolitana di Napoli, l’Arma Territoriale e gli organi periferici del Ministero della Cultura, che hanno lavorato in sinergia, intraprendendo azioni ispettive anche nei confronti dei privati detentori di beni culturali già dichiarati di interesse culturale.

Infine, nell’ambito delle attività di educazione alla cultura della legalità il Nucleo TPC di Napoli è stato promotore di un progetto, accolto favorevolmente dal Ministero della Cultura, che vedrà l’istituzione di un “Museo Campano dell’Arte Salvata”. Il Museo, che avrà sede a Castel Sant’Elmo nelle vicinanze del Nucleo TPC, è stato concepito non soltanto quale contenitore delle opere oggetto di recupero da parte dei Carabinieri dell’Arte, ma anche quale vero e proprio polo didattico-museale, prevedendo due sale espositive e una sala convegno atta ad ospitare iniziative didattiche e laboratoriali in tema di tutela del patrimonio culturale.

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