Nella maestosità della Certosa di San Lorenzo a Padula, si è svolta la XXI edizione del “Premio Internazionale Joe Petrosino”. Questo evento non è soltanto un riconoscimento formale, ma un simbolo di resistenza contro il male radicato nelle organizzazioni criminali e di omaggio a chi, con il proprio impegno, difende la legalità con il rischio personale.
Il premio è intitolato a Joe Petrosino, figura leggendaria delle forze dell’ordine, originario di Padula ma vissuto negli Stati Uniti. Poliziotto italoamericano di ineguagliabile coraggio, Petrosino fu assassinato dalla mafia nel 1909 mentre indagava sui legami criminali tra le due sponde dell’Atlantico. Il suo sacrificio rappresenta un monito per le generazioni future, e il premio che porta il suo nome continua a onorare chi, come lui, non ha paura di sfidare le mafie.
Quest’anno, il “Premio Internazionale Joe Petrosino” è stato assegnato a due donne che incarnano il valore e la determinazione della magistratura italiana: Maria Francesca Mariano, Giudice per le Indagini Preliminari, e Carmen Ruggiero, Pubblico Ministero antimafia presso la Procura di Lecce. Queste due magistrate, da anni in prima linea nella lotta contro la Sacra Corona Unita, sono costantemente sotto scorta a causa delle ripetute minacce ricevute. Tuttavia, la loro determinazione non è stata scalfita: continuano a rappresentare un baluardo nella difesa della giustizia, dimostrando che la legge, seppur minacciata, può prevalere sul crimine.
Maria Francesca Mariano e Carmen Ruggiero sono esempi viventi del coraggio di chi, con dedizione e sacrificio, ha deciso di non piegarsi al ricatto della violenza mafiosa, rappresentando una speranza per le comunità che ancora oggi soffrono sotto il gioco delle organizzazioni criminali.
Nella categoria dei testimoni di giustizia, sono stati premiati i coniugi Antonino Candela e Francesca Inga, due figure di rara integrità che, con la loro testimonianza, hanno scelto di ribellarsi al silenzio omertoso e al potere mafioso. I testimoni di giustizia incarnano una forma di resistenza altrettanto eroica, persone comuni che, pur non appartenendo alle forze dell’ordine o alla magistratura, si trovano a dover scegliere tra l’indifferenza e la denuncia. I coniugi Candela e Inga hanno scelto la strada più difficile, quella che richiede coraggio e porta a una vita sotto protezione, ma che rappresenta una delle armi più potenti contro le mafie.
Un altro protagonista della XXI edizione del premio è Don Antonio Coluccia, conosciuto come il “prete antispaccio”. Don Coluccia è un uomo che ha scelto di vivere tra gli ultimi, nei territori dominati dalla criminalità, per offrire un’alternativa di vita ai giovani che troppo spesso vedono nel crimine l’unica via di uscita. Originario di Specchia, nel cuore del Salento, Don Coluccia ha combattuto la criminalità organizzata non solo con le parole, ma con gesti concreti, come la creazione di spazi di accoglienza e aggregazione.
Tra le sue opere più significative si trova la Casa di Accoglienza Opera Don Giustino a Grottarossa a Roma, e la palestra sociale inaugurata a San Basilio, quartiere romano noto per la forte presenza di spaccio e degrado. Questa palestra non è solo un luogo fisico, ma un simbolo, qui i giovani si allenano alla boxe, imparano disciplina e rispetto, ma soprattutto si “allenano” a combattere la malavita, scegliendo una vita diversa. Don Coluccia ha trasformato la sua vocazione religiosa in un impegno militante contro la mafia, diventando una figura di riferimento non solo in Puglia, ma in tutta Italia.
Il premio nella categoria delle Forze dell’Ordine è stato conferito al luogotenente con carica speciale Francesco Rosario Farina, per il suo instancabile lavoro nel contrasto alla criminalità organizzata. Questo riconoscimento va a chi, ogni giorno, rischia la vita per garantire la sicurezza del nostro Paese, spesso senza ottenere la visibilità e il riconoscimento che merita.
Oltre a Farina, sono stati conferiti attestati di benemerenza al Sottotenente Sebastiano D’Amora, comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Sala Consilina, e al Capitano Martino Galgano, comandante del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina. Anche questi uomini, con il loro impegno quotidiano, rappresentano una forza silenziosa ma fondamentale nella lotta alla criminalità.
Il “Premio Internazionale Joe Petrosino” non è semplicemente un riconoscimento per gli atti eroici o l’impegno civile. È un simbolo della battaglia senza sosta contro le mafie, un richiamo alla memoria di chi ha pagato con la vita il prezzo del coraggio e della giustizia. Ogni edizione del premio rinnova l’impegno collettivo a non abbassare la guardia, a non cedere alla paura o all’indifferenza.
L’importanza dell’evento è stata rimarcata dai saluti istituzionali. Michela Cimino, sindaca di Padula, ha aperto la cerimonia con un discorso appassionato, seguito da Nino Melito Petrosino, pronipote di Joe Petrosino, che ha ricordato la figura eroica del suo antenato, e da Pasquale Chirichella, Presidente dell’Associazione “Joe Petrosino”. I loro interventi hanno evidenziato il valore della memoria e l’impegno costante della comunità nel promuovere la legalità.
Alla cerimonia erano presenti numerose figure politiche e istituzionali, tra cui i consiglieri regionali Tommaso Pellegrino e Corrado Matera, che hanno espresso il loro sostegno alla causa.
Importante anche la presenza del capitano della compagnia carabinieri di Sala Consilina, Veronica Pastori, il Comandante della Sottostazione della Polizia Stradale di Sala Consilina, Ispettore Nicola Molinari, numerose associazioni di Polizia, il consigliere provinciale Pasquale Sorrentino. Anche il sindaco di Sala Consilina, Domenico Cartolano, e il sindaco di Caggiano, Modesto Lamattina, hanno partecipato, insieme a diverse altre personalità delle forze dell’ordine, a testimoniare la compattezza delle istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata.