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mercoledì, 22 Gennaio, 2025
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Hacker 24enne ruba dati di 46 magistrati, coinvolti anche Gratteri e Cantone

Il 1° ottobre, a Roma, nel quartiere Garbatella, la Polizia Postale ha arrestato Carmelo Miano, un hacker siciliano di 24 anni, responsabile di una grave violazione informatica ai danni del Ministero della Giustizia. Miano, stando alle indagini, sarebbe riuscito a copiare l’intero database degli utenti del Ministero, da cui ha estrapolato le password di 46 magistrati inquirenti distribuiti in diverse procure italiane. Tra questi, figurano nomi di spicco come Nicola Gratteri, procuratore di Napoli, e Raffaele Cantone, procuratore di Perugia.

Hacker in hoodie dark theme. Hacker on screen with binary code

Questo attacco informatico ha messo in luce le vulnerabilità dei sistemi di sicurezza informatici, in particolare quelli utilizzati per proteggere dati sensibili relativi a indagini giudiziarie di rilievo nazionale.

Il legale di Miano, Gioacchino Genchi, ha difeso il giovane hacker, evidenziando non solo l’ampiezza degli accessi compiuti, ma anche le criticità nei sistemi di sicurezza di numerose istituzioni italiane, tra cui la Guardia di Finanza, la Leonardo e la TIM. Miano avrebbe avuto accesso a numerose caselle email, non solo di magistrati di Napoli, Perugia e Firenze, ma anche di altri operatori del settore giudiziario in città come Gela, Brescia e Roma. Tuttavia, secondo quanto affermato dallo stesso Miano, il procuratore Gratteri avrebbe utilizzato quella specifica email solo sporadicamente, preferendo da tempo canali di comunicazione più sicuri per la gestione di indagini riservate.

La Procura di Napoli ha espresso forte preoccupazione riguardo la pericolosità del giovane hacker. Durante un’udienza presso il Tribunale del Riesame, i sostituti procuratori Claudio Orario Onorati e Mariasofia Cozza si sono fermamente opposti alla possibilità di attenuare la misura cautelare del carcere, sottolineando il rischio che Miano potesse essere stato ingaggiato da terze parti interessate all’acquisizione di dati sensibili. La Procura ha inoltre rifiutato la richiesta di trasferire l’indagine a Perugia, ribadendo la competenza territoriale di Napoli.

Nel corso dell’udienza, Genchi ha sottolineato le gravi falle nel sistema di sicurezza che hanno permesso a Miano di accedere a dati sensibili, accusando indirettamente le istituzioni di non aver adeguatamente protetto i propri sistemi. L’avvocato ha descritto la situazione come “inquietante”, avvertendo che i varchi aperti dal suo assistito potrebbero ora essere sfruttati da malintenzionati per incursioni informatiche ancora più gravi.

Miano, ha ribadito Genchi, non aveva intenzioni criminali: il giovane hacker era mosso dalla preoccupazione per le indagini in corso sul proprio conto, motivo per cui avrebbe consultato solo dati che lo riguardavano direttamente. Tuttavia, la Procura di Napoli sospetta che il vero obiettivo fosse la vendita dei dati sensibili raccolti a potenziali acquirenti.

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