Un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura di Potenza in piena sinergia dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Potenza e dai Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina guidati dal capitano Veronica Pastori ha fatto scattare diversi arresti per reati legati soprattutto alla droga. Su disposizione della DDA di Potenza è stata data esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare a carico di diversi indagati, ritenuti componenti di una associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e di essere coinvolti in una serie di ulteriori vicende delittuose afferenti a reati contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio.
L’ordinanza, per la cui esecuzione sono stati impiegati circa un centinaio di militari delle
due Forze di Polizia, supportati da unità cinofile, ha riguardato 23 soggetti, indiziati di reati tra il territorio il Vallo di Diano (Sala Consilina e Padula) e il capoluogo lucano, destinatari di varie misure personali (arresti in regime carcerario, arresti domiciliari, obbligo quotidiano di presentazione alla PG e divieto di esercitate uffici direttivi di persone giuridiche e
imprese). Numerose le perquisizioni eseguite e importante il sequestro preventivo per circa 100.000 euro.
Sulla base degli indizi raccolti emergerebbe che ruolo centrale nell’attività criminosa avrebbe avuto il salese Luigi Terruzzi, che avrebbe svolto le attività contestate anche nel periodo in cui era detenuto nella Casa Circondariale “Santoro” di Potenza. Lo stesso, avrebbe goduto della complicità dei suoi familiari Christian Terruzzi, Giusimaria Terruzzi e Michelina Ginnetti, oltre che dell’appoggio di Pietro Paladino, tutti originari di Sala Consilina.
Secondo le investigazioni svolte l’organizzazione criminale avrebbe avuto la
finalità di commettere una serie di delitti, quali: l’acquisto – svolto prevalentemente da Paladino- e la successiva vendita a terzi di sostanze stupefacenti, attraverso una ramificata rete di di spacciatori. In proposito è da evidenziare che nel corso delle indagini, si è proceduto al sequestro di 2 chili di sostanza stupefacente, hashish, suddivisa in ventuno “”panetti”, minuziosamente occultata in un ambiente impervio di campagna.
Poi è emersa la corruzione del Pubblico Ufficiale, Raffaele Campanella, agente della Polizia Penitenziaria, all’epoca dei fatti in servizio presso l’Istituto Circondariale di Potenza, finalizzata all’ottenimento di illeciti favori da parte dell’Agente in ambito carcerario, in cambio di beni ed utilità a lui consegnati.
E ancora è emersa la costituzione e l’attribuzione a terzi consociati o meri amministratori formali di numerose società o rapporti finanziari, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione di carattere patrimoniale.
Tali imprese, cioè, erano stato intestate a prestanome vari rimanendo la gestione reale delle imprese ai componenti della famiglia Terruzzi, che, per via dei precedenti di polizia e delle condanne riportate, erano soggetti a ad essere sottoposti a misure di prevenzione patrimoniale. Sono emerse anche possibili numerose truffe aggravate ai danni dell’I.N.P.S, poste in essere per mezzo delle prefate società attraverso le quali venivano eseguite fittizie assunzioni di lavoratori. Le indagini avrebbero permesso di appurare come in numerose circostanze gli “assunti” erano addirittura soggetti sottoposti al regime carcerario, o loro prossimi congiunti, nonché familiari e conoscenti, ai quali l’Inps ha, nel tempo, corrisposto tutta una serie di indennità/prebende in realtà non dovute, con conseguente realizzazione di illeciti profitti.