“In risposta alle incessanti richieste di aiuto provenienti da allevatori e agricoltori, nonché al silenzio assordante delle istituzioni che sembra voler ignorare le loro necessità e mettere in pericolo l’intero settore, Coldiretti Basilicata si prepara a una nuova mobilitazione.” A dichiararlo è il presidente di Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani, che sottolinea la necessità di “istituire un tavolo di crisi per affrontare in modo serio questioni di primaria importanza”. Tra queste, egli evidenzia “l’urgenza di attuare misure per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, in particolare della specie cinghiale, attraverso la discussione della bozza di delibera della Giunta regionale elaborata da Coldiretti dopo l’ultima manifestazione davanti alla Regione Basilicata, a Potenza, lo scorso 9 luglio, e la necessità di prevedere risorse adeguate per i risarcimenti dei danni causati dalla fauna selvatica per gli anni 2023 e 2024”.
Pessolani aggiunge che “è fondamentale affrontare l’emergenza idrica istituendo un tavolo interdipartimentale di coordinamento guidato dall’assessorato all’agricoltura. Questo tavolo dovrà monitorare costantemente la risorsa idrica e le relative infrastrutture in vista della stagione irrigua 2025. È altresì necessario fornire aiuti straordinari a causa della prolungata siccità che ha gravemente danneggiato la produzione nei settori seminativo, vitivinicolo, olivicolo e zootecnico dell’intero territorio regionale”. Per Coldiretti Basilicata, si rende necessaria una revisione immediata della normativa ‘Nitrati’ in considerazione delle problematiche operative legate alla sua attuazione, e si devono prevedere risorse adeguate per il finanziamento di misure volte al miglioramento genetico del patrimonio zootecnico lucano. “Il ciclo agrario del 2024, successivo a un 2023 poco favorevole, in particolare per le colture cerealicole e foraggere – spiega Pessolani – si conclude con enormi difficoltà, in quanto la grave siccità e le temperature superiori alla norma hanno compromesso gravemente tutte le colture, costringendo le imprese agricole a una crisi economica senza precedenti. In questo contesto, è cruciale che l’impegno finanziario previsto per le aziende che aderiscono ai regimi di qualità venga rispettato con il pagamento dei premi a superficie al loro valore massimo, come indicato nei bandi in base alla tipologia di coltivazione per ettaro”.