Anche la Basilicata con oltre cento tra agricoltori e allevatori e’ presente al presidio di due giorni al Brennero, organizzato dalla Coldiretti per tutelare il Made in Italy e difendere il lavoro delle migliaia di imprenditori agricoli lucani e italiani. Assieme alla delegazione lucana, composta anche da numerosi giovani imprenditori, i vertici regionali e provinciali dell’organizzazione agricola, mobilitata per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue. “Non possiamo più tollerare l’invasione di prodotti stranieri che mettono a rischio la salute dei cittadini” denuncia il presidente della Coldiretti di Basilicata, Antonio Pessolani, “Chiediamo maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola, i valichi e i porti – evidenzia Pessolani – non possono continuare ad essere un colabrodo da cui passa di tutto. E’ necessario anche lo stop all’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, come il grano canadese fatto seccare in preraccolta col glifosato, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo”. Oltre otto consumatori su 10 (83%) chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa al Brennero, con diecimila agricoltori, arrivati da tutta Italia.
Redazione Basilicata