“Non è vero ma ci credo” recitava un vecchio adagio, e sembra essere così anche per il rito che dovrebbe servire a togliere il malocchio, una invidia positiva o negativa lanciata da qualcuno su qualcun altro, che da tempo immemore viene praticato nel Cilento. Conosciuto più comunemente come “occhio” o “occhiatura”, il rituale viene ancora praticato da molte persone anziane del posto, perlopiù donne, a cui è stato insegnato solitamente dai loro nonni, i quali a loro volta lo avevano appreso dai propri . E così a seguire, indietro fino a un tempo in cui rituali pagani e cristiani si sono fusi a formare questa sorta di preghiera-magia che, in un qualche modo, genera benessere alle persone che credono nella sua efficacia.
“L’occhiatura” prevede un rituale ben preciso ma che varia da famiglia a famiglia o da zona a zona e che deve essere imparato esclusivamente la notte di Natale. Chi la pratica recita una formula, spesso accompagnata dal segno di croce o da sbadigli e dall’uso di oggetti, come formici che vengono fatte cadere a terra.
Siano stati a casa di Carmela, una settantenne piena di energie che vive a Casal Velino e che sottrae ogni giorno un po’ del tempo che dedicherebbe al suo orto o alla cura della casa per cercare di fare del bene alle tante persone che nel Cilento, e non solo, credono nell’efficacia del rito.
Carmela utilizza tre piatti riempiti d’acqua all’interno dei quali fa cadere delle gocce d’olio mentre recita la formula insegnatale da ragazza da sua nonna. Se, nei primi due piatti, le gocce si allargano sull’acqua la signora interpreta il segno come presenza di un malocchio sulla persona che le ha chiesto la cortesia di toglierlo. Se nel terzo piatto le gocce d’olio non ampliano la loro circonferenza sull’acqua il malocchio può definirsi spezzato.
“Mi contattano principalmente persona che sentono mal di testa o hanno problemi ai denti e allo stomaco – ha raccontato Carmela – non riesco a contare le persone che si rivolgono a me. Ogni giorno qualcuno viene a casa mia o mi telefona, anche più volte al giorno, per scoprire se è presente un malocchio ed eventualmente spezzarlo”.
Che il rito sia verità o superstizione, efficace o no, non sta a noi stabilirlo ma alla sensibilità di chi legge. Sta di fatto che Carmela, come tante altre persone che praticano gli stessi riti, riesce a far star bene chi ci crede per puro spirito caritatevole.