Quattro anni dopo la partenza di 212 container da Polla verso Sousse, in Tunisia, attraverso il porto di Salerno, la fine dei famigerati “rifiuti italo tunisini” si legge tra le fiamme che hanno distrutto seimila tonnellate di ecoballe ancora stipate nell’area militare di Serre di Persano. Lì presenti da due anni. Fiamme, divampate martedì, che anche ieri hanno continuato ad ardere mettendo a seria prova i vigili del fuoco che hanno lavorato tutto il giorno per bonificare l’area. Poi si cercherà di individuare i punti d’innesco e comprendere se i sospetti che l’origine sia dolosa – come rimarcato dal vice presidente Fulvio Bonavitacola – siano fondati.

La Provincia di Salerno aveva emesso tre ordinanze per rinviare il trasferimento degli stessi e l’ultima pur se scaduta era ritenuta ancora valida in quanto c’era ancora l’inchiesta in corso da parte della Procura di Potenza. Finita la caratterizzazione, i rifiuti sono stati dissequestrati e lunedì era stato dato mandato per lo smaltimento entro 45 giorni. Purtroppo lo “smaltimento” è arrivato ben prima. Tra le fiamme. E si apre così un’altra indagine sulle ecoballe che hanno portato, prima di questo incendio, a numerosi arresti in Tunisia, a 10 persone in manette in Italia. Queste operazioni riguardavano il traffico internazionale dei rifiuti non autorizzato. La Procura di Salerno ha aperto un fascicolo d’inchiesta, ovviamente diverso, sull’incendio. Intanto i Comuni del territorio invasi dai fumi acri scaturiti dal rogo hanno emesso ordinanze finalizzate a tutelare la salute dei cittadini: «Valutato che la combustione di materiale non organico può generare sostanze tossiche o nocive per la salute umana e che esiste un pericolo per la sicurezza dei cittadini è opportuno monitorare e verificare, a decorrere da oggi e per due giorni, l’assenza di residui di fumo sui prodotti ortofrutticoli coltivati in campo aperto nelle zone agricole, prima di procedere alla raccolta, alla vendita e al consumo», si legge nell’ordinanza firmata dai sindaci di Serre, Albanella, Eboli e Altavilla Silentina, che hanno invitato tutti a tenere porte e balconi chiusi. Stesso avviso diramato anche dal Comune di Campagna. Si attendono gli esiti degli esami dell’Arpac. È in corso da ieri notte il monitoraggio di diossine e furani dispersi in atmosfera, effettuato con un campionatore ad alto volume di aria installato nell’area interessata dall’incendio divampato ieri nel tardo pomeriggio, che ha coinvolto i rifiuti stoccati nel sito militare. Nella zona Arpac ha installato anche un campionatore per il monitoraggio del particolato e sta valutando la collocazione, nelle prossime ore, di ulteriore strumentazione nel territorio potenzialmente impattato dalle conseguenze ambientali dell’evento.