Una vicenda di cronaca ha preso una piega inquietante ad Afragola, culminando nell’arresto di due frati francescani per violenza sessuale e di altri quattro uomini coinvolti in un piano criminoso. L’intera vicenda, che ha lasciato la comunità locale sconvolta, è emersa attraverso l’indagine avviata dai carabinieri della stazione di Afragola.

Lo scorso 26 aprile, due uomini furono vittime di una rapina in abitazione. Demoliti da un raid orchestrato con mazze da baseball, i due furono costretti a consegnare un telefono cellulare. Le indagini hanno portato alla luce non solo i malviventi che avevano agito, ma anche i complici che avevano facilitato l’operazione e, sorprendentemente, il mandante, uno dei frati in questione. La rapina, insolitamente pianificata, sembrava avere un obiettivo specifico, ossia recuperare i dispositivi mobili delle vittime, che contenevano contenuti compromettenti.
La scoperta ha rivelato un intrigo complesso. I telefoni contenevano video e chat a sfondo sessuale che coinvolgevano non solo il frate, ma anche il parroco della Basilica e le stesse vittime. Le due vittime, avevano già provveduto a segnalare la loro situazione in una lettera inviata ai superiori dei frati, denunciando rapporti sessuali ottenuti sotto coercizione in cambio di assistenza sociale e lavorativa.
Secondo il racconto di una delle vittime, la situazione è iniziata nel 2016 quando ha incontrato il frate in una chat per incontri. Le promesse di aiuto si sono trasformate rapidamente in estorsioni sessuali, con il religioso che chiedeva addirittura di reclutare altri giovani disposti a partecipare a incontri a sfondo sessuale. La vittima ha rivelato che i pagamenti per queste “prestazioni” venivano sottratti dai fondi che riceveva per i lavori svolti in chiesa.
Questi incontri, consumati all’ombra del titolo di religiosi, si svolgevano con una cadenza mensile, mantenuti da minacce implicite riguardanti la perdita di sostegno economico e materialmente indispensabile. I ragazzi invitati a queste “cene” venivano spesso reclutati tramite app di incontri, esponendo una grave manipolazione sotto la maschera dell’assistenza pastorale.
Le indagini dei carabinieri hanno portato al sequestro di telefoni, computer e altri dispositivi elettronici appartenenti agli indagati, gettando un’ulteriore ombra su una comunità già scossa da episodi di violenza. Afragola, che ha recentemente affrontato una crescita preoccupante di atti criminosi, ora si trova a dover fare i conti con un caso che mette in discussione la fiducia nei luoghi di culto e nei loro rappresentanti.
L’inchiesta è ancora in corso e la comunità attende con ansia risposte e giustizia per le vittime di un abuso sistematico di potere e fiducia.