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giovedì, 23 Gennaio, 2025
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Maria Torresi di Padula si racconta a Italia2news. A 23 anni realizza strumenti musicali vegani e rivoluziona la liuteria

A 23 anni, Maria Torresi, giovane originaria di Padula, nel cuore del Vallo di Diano, in provincia di Salerno, ha intrapreso una sfida ambiziosa: ridefinire il mondo della liuteria, settore legato a tradizioni secolari, attraverso una scelta etica che rispetta appieno il principio di rispetto della vita. Vegana e antispecista da quando era poco più che maggiorenne, Maria si distingue come la prima liutaia italiana ad aver abbandonato completamente i materiali di origine animale, sviluppando strumenti musicali realizzati con materiali cruelty-free e alternativi. Con il suo approccio, Maria non solo si impegna a creare musica rispettosa dell’ambiente e degli animali, ma mira a introdurre una nuova visione della liuteria, basata su innovazione e sostenibilità.

Maria racconta ai microfoni di Italia2News, che il suo viaggio verso la liuteria è iniziato quasi per caso nel 2019, quando, spinta dalla curiosità, ha deciso con il suo compagno Francesco di cimentarsi nella costruzione di una chitarra elettrica. “L’abbiamo costruito nel garage di casa con pochi strumenti e tanta determinazione,” ricorda. “Quando abbiamo visto che funzionava, nonostante le imperfezioni, abbiamo capito che la liuteria poteva diventare più di una semplice passione.” Da quel primo tentativo rudimentale, Maria ha compreso che questa era il cammino che desiderava percorrere.

Nel settembre 2021, spinta dal desiderio di affinare le proprie competenze, Maria si è trasferita con Francesco a Sesto Fiorentino per seguire studi specializzati in liuteria. Qui ha avuto modo di entrare in contatto con le tecniche tradizionali, che però non erano in linea con i suoi valori etici. La liuteria classica, infatti, utilizza da secoli materiali di origine animale, come colla d’ossa, cocciniglia e crini di cavallo per gli archetti, considerati irrinunciabili per le proprietà uniche che conferiscono agli strumenti. Tuttavia, Maria ha scelto di superare queste convenzioni con l’intento di creare strumenti vegani di alta qualità, mantenendo intatti i suoi principi.

Dal primo giorno, Maria ha chiarito che non avrebbe utilizzato materiali derivati ​​da animali. Questa decisione ha rappresentato un’impresa non priva di ostacoli, poiché si è trovata di fronte alla necessità di sostituire componenti tradizionali con alternative cruelty-free. “Non potevo in coscienza usare materiali animali,” spiega Maria, “ma la ricerca di materiali alternativi è stata lunga e complessa.” Per esempio, ha deciso di sostituire il capotasto, solitamente realizzato in osso bovino, con il corian, un materiale sintetico che offre simili caratteristiche sonore e resistenza.

Uno dei passaggi più difficili è stato quello di convincere i suoi insegnanti e mentori dell’efficacia di questi materiali etici. “All’inizio molti erano scettici e tentavano di dissuadermi, ma con il tempo hanno iniziato a capire il mio impegno e mi hanno supportato,” racconta Maria. Il suo lavoro di ricerca e sviluppo ha portato a scoprire soluzioni alternative, come l’uso della colla alifatica al posto della colla d’ossa, e delle cere vegetali come la carnauba o la cera di soia, anziché la cera d’api.

Inoltre, Maria ha sostituito i crini di cavallo negli archetti dei violini con crini sintetici di alta qualità, capaci di mantenere lo stesso livello di suono e resistenza dell’originale. Questa scelta, all’inizio accolta con scetticismo, ha dimostrato che è possibile creare strumenti etici senza compromettere le caratteristiche acustiche e tecniche richieste dai musicisti professionisti.

La visione di Maria va oltre la semplice produzione di strumenti, il suo obiettivo è sensibilizzare l’intero settore musicale sui temi della sostenibilità e del rispetto per gli animali. “Ci sono molti musicisti che cercano strumenti etici e cruelty-free,” sottolinea, “ed è importante dare loro l’opportunità di suonare senza dover scendere a compromessi con i propri principi.” Secondo Maria, è tempo che il mondo della liuteria abbandoni il conservatorismo e abbracci un’evoluzione responsabile e rispettosa della vita.

Maria sottolinea come, per secoli, la liuteria abbia impiegato materiali animali per la mancanza di alternative. “Oggi, però, grazie alla tecnologia e alla ricerca, abbiamo opzioni valide e sostenibili. Non è giusto continuare a usare materiali animali solo perché ‘si è sempre fatto così’. La tradizione non può essere un pretesto per rifiutare il cambiamento,” dichiara con fermezza. La scelta di Maria si allinea con le aspettative delle nuove generazioni, sempre più sensibile al tema della sostenibilità e della responsabilità ambientale.

Guardando al futuro, Maria e Francesco stanno lavorando per realizzare un sogno, aprire una bottega interamente vegan e cruelty-free, dove poter costruire e vendere i loro strumenti musicali. “Stiamo cercando di organizzare tutto per aprire il nostro spazio a gennaio,” annuncia Maria con entusiasmo. L’obiettivo è quello di creare un punto di riferimento per musicisti vegani e per tutti coloro che desiderano strumenti realizzati nel rispetto della natura e degli animali. La loro bottega, che sarà situata a Padula, ambisce a diventare un esempio di come l’artigianato e la tradizione possano essere rinnovati attraverso l’etica e l’innovazione.

Maria Torresi rappresenta un caso unico nel panorama italiano, una pioniera che ha avuto il coraggio di sfidare le convenzioni secolari della liuteria per offrire un’alternativa etica e sostenibile. Con la sua dedizione, la giovane liutaia dimostra che è possibile conciliare l’amore per la musica con il rispetto per la vita in tutte le sue forme. La sua storia è un esempio ispiratore di come i valori personali possano trasformarsi in un motore di cambiamento nel mondo dell’artigianato e della cultura musicale, creando una sinergia tra tradizione e innovazione.

Maria Torresi non è solo una liutaia vegana, è una visionaria che, passo dopo passo, sta riscrivendo le regole della liuteria, tracciando una strada nuova che potrebbe trasformare l’intero settore. La sua determinazione e il suo impegno dimostrano come l’artigianato possa evolversi, rispondendo alle esigenze di una società sempre più consapevole e orientata verso un futuro sostenibile e rispettoso.

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