Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, si è mostrato soddisfatto dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato parzialmente il progetto del Ministro per gli affari regionali, Roberto Calderoli, sull’Autonomia Differenziata. De Luca, che è stato tra i primi ad opporsi alla legge voluta dal Governo Meloni, ha festeggiato questo primo stop parziale insieme ai presidenti delle Regioni Puglia, Toscana e Sardegna che avevano presentato, come la Campania, dei ricorsi.
“La sentenza smantella la Legge Calderoli e difende l’unità del Paese. La Corte Costituzionale ha accolto in gran parte e in tutto il suo nucleo essenziale, le censure mosse nel ricorso promosso dalla Regione Campania e dalle altre Regioni ricorrenti, e sostanzialmente ‘riscrive’ la legge nei termini che la stessa Regione Campania ha proposto con un disegno di legge emendativo della Calderoli trasmesso alle Camere ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione qualche settimana fa” ha dichiarato De Luca.
Nello specifico, in un comunicato emesso dalla Regione, viene sottolineato che la decisione presa dalla Corte Costituzionale chiarisce, in primo luogo, che “contrariamente a quanto previsto dalla legge Calderoli, l’Intesa può avere ad oggetto esclusivamente singole e specifiche funzioni legislative o amministrative e deve essere giustificata in relazione alla singola Regione interessata dal trasferimento. Dunque, nessun trasferimento indiscriminato e generalizzato di funzioni”. Inoltre, prosegue il comunicato, è stato accolto tutto il gruppo di censure relative alla determinazione dei Livelli essenziali di Prestazione. È altresì accolta la censura relativa all’illegittimità delle previsioni riguardanti il finanziamento delle funzioni trasferite alle Regioni all’esito dell’Intesa. La Regione Campania- si legge ancora nel comunicato-aveva lamentato la mancanza di un meccanismo di correzione dell’entità delle risorse nell’ipotesi in cui le stesse fossero risultate eccedenti rispetto a quanto necessario per l’espletamento delle funzioni. Viene inoltre rilevata l’illegittimità della previsione della mera facoltà, e non dell’obbligo, per le Regioni ammesse alla firma dell’Intesa, di concorrere agli obiettivi di finanza pubblica”.
Con riferimento, poi, alla portata dei poteri delle Camere, “del tutto sviliti – osserva la Regione – dalla formulazione della legge Calderoli, la pronuncia in sede di interpretazione delle norme chiarirà, tra l’altro, che il Parlamento non sarà tenuto a ratificare o meno l’Intesa, ma potrà modificarne il contenuto. Analogamente, in sede interpretativa, la Corte correggerà la portata della legge in ordine alle materie cosiddette no-Lep chiarendo che i relativi trasferimenti di funzioni non potranno avere ad oggetto i diritti civili e sociali”.
Infine, afferma la Regione Campania, “la sentenza chiarirà anche l’effettiva portata della clausola di invarianza finanziaria, precisando che, al momento della conclusione dell’intesa e dell’individuazione delle risorse per il finanziamento delle funzioni trasferite, andrà verificato non soltanto il rispetto dei costi e dei fabbisogni standard e dei criteri di efficienza, ma andranno altresì attualizzate le valutazioni finanziarie. Spetterà inoltre al Parlamento colmare i vuoti derivanti da alcune altre questioni sollevate nei ricorsi, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge”. Il comunicato della Consulta “dà conto, infine, di un importante monito, contenuto nella sentenza, in merito al potere della Corte di vagliare anche le singole leggi di differenziazione”.