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venerdì, 14 Febbraio, 2025
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Truffa sui fondi europei: in tredici sotto inchiesta, anche un uomo di Montesano sulla Marcellana

Truffa aggravata per ottenere finanziamenti e autoriciclaggio sono le accuse che la Procura europea racchiude in un’inchiesta, ora conclusa, nei riguardi di 13 persone. Nel mirino – secondo quanto scritto da Il Mattino da Nicola Sorrentino – ci sono una serie di fondi pubblici – la cifra complessiva supera il milione di euro – ottenuti dalla stessa impresa commerciale, con sede a Roma. I soldi, una volta erogati, sarebbero poi finiti su diversi conti correnti, compresi quelli di tre cittadini campani (uno di Montesano sulla Marcellana, gli altri due di Torre del Greco e San Giuseppe Vesuviano) per impedirne l’identificazione e la natura illecita. Nei giorni scorsi è stato notificato l’avviso di conclusione indagine.

Nel mirino ci sono quattro finanziamenti, richiesti dall’amministratore unico di un’impresa – un 59enne di Roma – il quale avrebbe paventato una serie di “false” circostanze legate all’operatività dell’azienda. Nel primo caso, l’impresa richiese e ottenne dei finanziamenti previsti dalla legge a sostegno dell’economia nell’emergenza del Covid.

I fondi, stanziati dall’Unione Europea, in questo caso erano pari a 326mila euro. In che modo l’impresa li avrebbe ottenuti: attestando nella domanda di finanziamento condizioni personali e societarie non veritiere, come i fatturati realizzati, il numero di dipendenti, il non aver riportato provvedimenti giudiziari e un falso bilancio di esercizio allegato al resto della documentazione. Nel caso di specie, furono i funzionari del Medio Credito Centrale – Banca del Mezzogiorno a essere tratti in inganno, in quanto concessero la garanzia ma non ottennero poi indietro la restituzione delle rate di finanziamento.

L’ente fu così costretto a restituire la somma di circa 260mila euro

Come per gli altri casi, i soldi furono poi trasferiti su diversi conti correnti – anche su quelli gestiti dai tre indagati campani (uno di questi difeso dall’avvocato Riccardo Senatore) – per impedirne l’identificazione. Per giustificare i trasferimenti, la procura parla di “false causali”. Con l’inchiesta chiusa, i 13 indagati potranno chiedere interrogatorio prima della richiesta di processo.

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