Il sito Unesco della Certosa di San Lorenzo a Padula, ha ospitato nel pomeriggio di ieri, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, insieme al direttore generale dei musei statali, Massimo Osanna, per un momento di confronto pubblico che, tra i vari argomenti, ha toccato anche la questione dell’autonomia gestionale dei musei e dei siti culturali del patrimonio italiano. “Abbiamo aumentato da 44 a 60 i musei autonomi perché vuol dire una migliore gestione manageriale. E ora li porteremo a 80 e di certo di sarà anche Padula, ha affermato il Ministro Gennaro Sangiuliano, autonomia significa più risorse e più capacità di spesa. E Padula merita ciò, l’importanza di questo bene, l’espressione della sua identità e della sua storia, il valore che esprime, dei contenuti che ha, merita l’autonomia. Significa che deve diventare un grande polo museale autonomo sostenuto e vigilato dal ministero”.
Una novità a distanza di quattro anni di vuoto di direzione e una indipendenza manageriale che punta a rendere la Certosa come Pompei o Paestum-Velia. In questo momento, la Certosa di San Lorenzo di Padula è controllata dai beni museali, con la direzione a Napoli e geograficamente troppo lontano da Padula. Da tempo nel territorio c’è la richiesta di una autonomia per avere una gestione diretta e immediata sullo splendido patrimonio dell’Unesco. Ad accogliere Sangiuliano all’ingresso della Certosa, l’onorevole Antonio Iannone che “ha spinto molto per l’autonomia” come ha rimarcato lo stesso Sangiuliano, la sindaca di Padula Michela Cimino, il presidente della comunità Montana valdianese, Francesco Cavallone, il primo cittadino di Montesano, Giuseppe Rinaldi e quello di Buonabitacolo, Giancarlo Guercio. Nessun amministratore del centrosinistra del Vallo di Diano era presente (tra i politici, da sottolineare solo la presenza del presidente del consiglio di Polla, Giovanni Corleto).
La visita alla Certosa si inserisce in una serie di incontri, sia dal sapore di campagna elettorale amministrativa o europea, sia per rimarcare la bellezza di alcuni territori. Un tour iniziato ieri mattina alle 11 dal museo archeologico nazionale di Eboli, passando dal castello di Giusso a Sicignano, definito dal Ministro, “un interessante progetto per un posto meraviglioso”, per poi tornare al museo archeologico Buccino” per la seconda volta dopo l’inaugurazione dello scorso Ottobre, per lavorare a nuovi importanti progetti e quindi alla Certosa.
A Padula, il ministro, è stato accompagnato anche dal direttore generale dei musei, Massimo Osanna e non si è non potuto parlare della scala della vergogna che imbruttisce un’ala del museo. “Bisogna prima ricordare la verità storica – ha rimarcato l’esponente del governo – e che cioè la scala è stata installata prima del nostro arrivo, ma detto ciò rassicuriamo che siamo al lavoro per toglierla al più presto”. Gli fa eco proprio Osanna, il quale rilancia e assicura. “Non solo toglieremo la scala ma lavoreremo anche per concludere la fine dei lavori nella Certosa e aprire più celle possibili”. Un’azione che sarà ancora più possibile con l’autonomia e la presenza di un direttore o direttrice e l’aumento del personale. “Ci sarà la possibilità di un’autonomia gestionale – ha spiegato Sangiuliano – e pur se i concorsi li farà sempre il ministero, questo darà la possibilità di aumentare gli organici”. Non solo. Grazie all’autonomia per il complesso monumentale della Certosa sarà possibile accedere all’art bonus. “Questa meraviglia è nell’immaginario collettivo un luogo prezioso e quindi in tanti, con questa soluzione, potranno contribuire a far crescere la Certosa”. Dopo di che il ministro ha toccato Sala Consilina per promuovere la candidatura di Michele Galiano, una lista civica ma con il candidato esponente di spicco di Fratelli d’Italia nel Vallo di Diano.
Proprio in quelle ore, veniva a mancare, il giornalista e inviato di guerra Franco di Mare, collega e amico di Sangiuliano, che ha approfittato del momento di attenzione mediatica e di una domanda diretta del giornalista Pasquale Sorrentino, per ricordarlo con un commovente aneddoto, che riguarda i tempi trascorsi fianco a fianco a Sarajevo, durante la guerra in Jugoslavia dei primi anni Novanta.