Ieri a Teggiano è stata presentata “Mōre Dianense”, un’associazione per lo studio e la promozione della lingua e della cultura locali. Il nome, come ci spiega il presidente Vincenzo Andriuolo, è la traduzione in latino dell’espressione “a la rianesa”, che indica il fare le cose secondo l’uso della popolazione teggianese. L’organizzazione di volontariato culturale, infatti, ha come obiettivo primario quello di studiare, salvaguardare e conservare la cultura di Teggiano in tutti i suoi aspetti. “Per noi cultura- afferma Andriuolo- è tutto ciò che un popolo riesce a esprimere nella quotidianità, attraverso le azioni di ciascuno fin dal momento della fondazione di quella comunità”. Per questo motivo l’interesse dell’associazione è rivolto alla storia, agli usi e costumi, al folklore, alle credenze popolari e ai riti, alla musica e all’arte teggianesi.

L’obiettivo principale, però, è la preservazione del dialetto teggianese al fine di trasmetterlo alle future generazioni. Tra i progetti già avviati c’è l’insegnamento del dialetto nelle scuole medie del Comune, realizzato attraverso un percorso di linguistica comparata che mette a confronto l’italiano e la lingua parlata a Teggiano.

A supporto dell’associazione, composta da Vincenzo Andriuolo, Salvatore Gallo, Cono Cimino, Domenico Cimino, Michele D’Alessandro, Cono D’Elia, Enzo Manzolillo, Enza Morena, Federico Lepore, Vincenzo Pisapia e Fabio Ragone, ci sarà un organo consultivo, composto dalla professoressa Carolina Stromboli, docente di Linguistica Italiana e di Dialettologia presso l’Università di Salerno e dal professore Giuseppe Mea, docente in quiescenza di Lingua e Letteratura italiana presso l’Università di Porto e Minho, in Portogallo, che vigilerà su tutte le iniziative promosse dall’organizzazione garantendo l’applicazione del metodo tecnico-scientifico.