Il Presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio, Angelo Paladino, con una lunga nota, interviene in merito ai fenomeni, registrati durante l’estate che sta terminando, molto preoccupanti, che vedono compromesse le matrici ambientali e le bellezze naturali e paesaggistiche.
“I mutamenti climatici, scrive Paladino, e la mancanza di adeguate misure di mitigazione dei danni hanno evidenziato, innanzitutto, un’emergenza idrica non facilmente superabile in tempi brevi. La ripetuta mancanza di precipitazioni nevose nel periodo invernale e l’aumento delle temperature, hanno generato una condizione siccitosa con il depauperamento, se non la scomparsa, di molte falde acquifere”. A Sala Consilina, ricorda Il Presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio, la sorgente Fruscio è pressoché esaurita, così come le altre a monte. Tanto, nel Vallo di Diano, si ripercuote, pesantemente, sulle attività umane ed in particolare su quelle agricole che oggi devono far ricorso, sempre più, per l’irrigazione ad emungimenti da pozzi, pubblici e privati, di acqua potabile (6.0000.000 m3 è l’attuale consumo a fronte di un fabbisogno idrico di 20.000.000 m3 ).
L’acqua, nobile risorsa che si è già ridotta del 14%, come è noto, dovrebbe essere destinato essenzialmente per usi domestici e non utilizzata, massicciamente, per usi diversi (agricoli o produttivi), specialmente in periodi di grave siccità. Servono politiche lungimiranti e misure di breve e medio-lungo termine, potenziando l’interconnessione tra le reti acquedottistiche, realizzare nuovi invasi e migliorare la capacità del sistema di depurazione, utilizzando le acque depurate nei cicli produttivi ed in particolare in agricoltura.
A tal proposito, il Consorzio di Bonifica Vallo di Diano va sostenuto, decisamente, nella iniziativa progettuale, unica di valenza comprensoriale, per la creazione un sistema di invasi e di regimentazione delle acque, che possa servire ad affrontare le previste prossime emergenze idriche e prevenire, contestualmente, gli effetti disastrosi, dal punto di vista idrogeologico, di precipitazioni estreme ed improvvise. Altro fenomeno che ci deve preoccupare sono i ripetuti incendi, di chiara origine dolosa, verificatisi nel mese appena trascorso, che hanno colpito molti Comuni del Vallo ed in particolare Sala Consilina, con la distruzione di circa 400 ettari di patrimonio forestale, che ha sensibilmente compromesso anche l’aspetto paesaggistico di zone sottoposte a vincolo e ricomprese in aree contigue al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Gli Amministratori locali, a tutti i livelli, per affrontare la crisi climatica e le emergenze in atto, ovviamente, devono dimostrare responsabilità, strategie e coraggio, senza attardarsi in inutili, sterili e dannosi personalismi e prove muscolari, tese ad escludere qualcuno.

Nell’ultima assemblea della Comunità Montana si è assistito ad uno spettacolo poco dignitoso, fatto di ambiguità, opportunismo e falso unanimismo, in assenza di un dibattito politico e costruttivo sulle emergenze in atto, laddove le competenze specifiche dell’ente montano, sia in termini di prevenzione che di contrasto agli incendi in aree forestali, lo avrebbero, responsabilmente, imposto.
Spero che la nuova gestione, affidata a Vittorio Esposito, scrive ancora Angelo Paladino, possa finalmente portare alla definizione precisa delle competenze dell’Ente, da parte della Regione Campania, a finanziamenti adeguati anche per l’incremento e la stabilizzazione degli operai idraulici forestali, che possano consentire la predisposizione di un efficiente sistema di manutenzione e pulizia del sottobosco, dei valloni, dei versanti e la realizzazione di vie tagliafuoco, che possano prevenire gli incendi.
Non si può affrontare un problema così importante e complesso, come quello degli incendi, affidandosi alla generosità e al sacrificio di pochi operai idraulico forestali, che intervengono sempre in emergenza e in condizioni di precarietà.
Gli stessi Sindaci devono organizzare, in maniera adeguata, i COC (Centri Operativi Comunali), affidandosi a personale responsabile e disponibile, che deve intervenire tempestivamente al momento dell’emergenza, senza far registrare, come è avvenuto, dannose defezioni ed assenze.
A proposito di assenze e di indifferenza riguardo emergenze così importanti, va segnalato, con rammarico, il preoccupante silenzio dell’Ente Parco, che non è stato e non è presente, in nessun modo, su vicende che dovrebbero vederlo protagonista, sia sul piano della programmazione che su quello operativo, a tutela di un Patrimonio naturale e paesaggistico, riconosciuto dall’UNESCO bene dell’umanità.
L’art. 9 della Costituzione impone a tutti i Cittadini, agli Amministratori ed in particolare a chi gestisce un’area protetta, la tutela dell’ambiente e del paesaggio come bene comune, favorendo la realizzazione di programmi e progetti che, innanzitutto, tengano unite le Comunità, salvaguardando i loro interessi.
I Territori più competitivi sono quelli più coesi, più solidali, in grado di coniugare innovazione e responsabilità sociale, più capaci di includere tutti e non escludere qualcuno per mero e miope calcolo personale.
Nel Vallo di Diano alle gravi emergenze sopra indicate si aggiunge quella, non meno preoccupante, della mancanza di coesione politica, sociale e di visione comune, che porta all’indifferenza. Bisogna cominciare da qui”. Conclude il presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio, Angelo Paladino.