Si è tenuta la settima udienza, presso il tribunale di Lagonegro, del Processo Shamar. Il processo nasce dell’inchiesta sullo sversamento illecito di rifiuti tossici nei comuni di Atena Lucana e Sant’Arsenio. L’inchiesta è nata nel 2021 grazie alle indagini dei carabinieri del Comando Provinciale di Salerno su azione della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza. L’oggetto dell’udienza odierna è stata la testimonianza dell’imputato Langone, difeso dall’avvocato Cuozzo, che ha spiegato, al collegio presieduto dal dottor Piccinno, le dinamiche e le modalità dei primi sversamenti. Langone ha infatti ribadito di essersi occupato dello sversamento delle prime 6 botti di circa 30, contenenti liquidi non riconducibili a semplici fertilizzanti, come invece gli era stato riferito – secondo quanto da lui sostenuto. L’imputato ha infatti dichiarato che inizialmente era stato contattato perché in possesso di un automezzo che sarebbe servito a trasportare dei semplici cartoni. Successivamente, sarebbero arrivate 6 botti che Langone ha sversato nei suoi terreni (nei pressi della sua abitazione – ndr) credendo si trattasse di acqua fertilizzante provenienti dall’area industriale dell’azienda del Vallo di Diano i cui vertici risultano essere indagati. Accortosi di un odore sospetto ha dichiarato – lo ha riferito in aula di Tribunale – di non essersi voluto occupare più della questione, ricevendo però numerose telefonate da alcuni degli altri imputati per portare a termine tutti gli sversamenti. Dalle dichiarazioni è emerso, inoltre, che non era stato stabilito nessun compenso per lo sversamento, Langone avrebbe trattenuto solo le cisterne.
Alla domanda sulla bonifica dei terreni, sollecitata dalla Regione Campania in quanto organo competente, è stato reso noto che il solo Langone si è reso disponibile economicamente per l’operazione di bonifica. Gli altri imputati che avrebbero dovuto essere presenti come testi non si sono presentati e saranno ascoltati durante la prossima udienza fissata per l’otto febbraio. Presenti in aula alcuni componenti del comitato R.E.S.T.A. Vallo di Diano.
Carmen De Fina