Sono giorni di apprensione e grandissima preoccupazione per i lavoratori dello stabilimento Battipagliese della società “Prysmian Fos”, l’azienda italiana di produzione e installazione cavi di fibra ottica. Sono circa 300 i posti di lavoro a rischio, a cui se ne aggiungono altrettanti dell’indotto.
Dopo l’incontro del 10 gennaio con le organizzazioni sindacali e la proprietà dell’azienda, è emersa infatti la decisione di prorogare il ricorso alla cassa integrazione, aumentando l’incertezza per i circa 300 lavoratori diretti e altrettanti dell’indotto.
In merito a quanto sta accadendo si è espressa anche la sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese, manifestando grandissima preoccupazione per il destino dello stabilimento: “L’Amministrazione Comunale esprime piena solidarietà ai lavoratori impegnati in una complessa e difficile battaglia tesa a ridare vitalità allo stabilimento Battipagliese ed a salvare i circa 300 posti di lavoro. La chiusura di un’altra delle fabbriche storiche dell’apparato industriale di Battipaglia e della Piana del Sele, sarebbe un ulteriore durissimo un colpo per l’economia della intera città e dei tanti centri da cui provengono i lavoratori, già profondamente colpite negli ultimi decenni dalle conseguenze della crisi che ha interessato l’intero paese a partire dal 2008 cui si sono aggiunti, negli ultimi anni, gli effetti della pandemia”.
La sindaca, ha poi evidenziato come paradossalmente, nonostante lo stabilimento produca materiali di qualità, si trova in difficoltà sui mercati a causa della concorrenza di prodotti meno costosi ma anche qualitativamente inferiori provenienti da altri paesi. Di qui la necessità di avviare un piano industriale per il 2024, come richiesto dalle organizzazioni sindacali, per incrementare gli ordini per lo stabilimento battipagliese attuando un progetto che innalzi di almeno il 50% della produzione.
La sindaca ha infine invitato la cittadinanza a partecipare alla manifestazione prevista per il 17 gennaio, a sostegno dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, davanti ai cancelli della fabbrica.
Paola Romano