S’intitola “Folk Metropolitano” il suo nuovo disco, ma per Antonio Nicola Bruno (potentino, ma con ascendenze tricaricesi), leader di Belli Tamburi, non è una contraddizione in termini.
«Anche se sembrerebbe, non lo è – ci spiega- E’ il nuovo modo di fare musica popolare. Una volta questa era troppo chiusa a livello locale, oggi invece c’è un grandissimo scambio di informazioni tra musicisti che si incontrano. Ed è dunque facile trovare artisti dalla Campania, dalla Calabria e dal Salento. Ne consegue che fare folk è diventata una cosa globale e che porterà sicuramente a delle commistioni nuove. Il puro revival per me è un fatto sterile e come Belli Tamburi non ci interessa».
In merito ai contenuti del disco, Bruno spiega che «Si tratta sempre e comunque di significati che appartengono al popolo, alle persone. Si va dalle vecchie formule magiche “riformulate” a brani contro la guerra, a pezzi che trattano delle cose che il popolo è costretto a subire».
Ma cosa c’è da aspettarsi per quanto riguarda il “sound”, da un disco così accuratamente confezionato (distribuito dalla prestigiosa Self)?
«C’è da aspettarsi di tutto, ad esempio le percussioni di mio fratello Giorgio, vero innovatore (con Infantino prima e con i Bellitamburi poi). C’è poi il sound di un grande sassofonista, Tonino Panico, originario di Campagna (Sa), che viene da una scuola bandistica, meravigliosa, mischiandola col sound della Napoli urbana, in stile James Senes. Questo disco è tutto “vero”, cioè tutto suonato, con le campionature ridotte al minimo, registrato allo studio “Bande rumorose” di Napoli».
Walter De Stradis
Antonio sei un grande