“L’opposizione proposta è fondata. Dagli atti di indagine non è ancora possibile ricostruire con certezza la dinamica dei fatti”. Il gip del Tribunale di Potenza, Salvatore Pignata, con questa formula ha disposto i sei mesi di ulteriori indagini sulla morte di Dora Lagreca, avvenuta quattro anni fa nel capoluogo lucano dopo un volo dal quarto piano. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto, quindi, i dubbi avanzati dai legali della famiglia di Dora Lagreca, l’avvocato Renivaldo Lagreca con il supporto dell’avvocato Cristiana Coviello. Ricordiamo che per la morte di Dora è indagato il fidanzato Antonio Capasso, accusato di induzione al suicidio. Per due volte la Procura ha chiesto di archiviare il caso e per due volte il Tribunale ha disposto nuovi accertamenti. Stavolta in incidente probatorio. Secondo il gip dagli atti di indagine ci sono due opposte ricustruzioni relative alla dinamica e alla traiettoria della caduta di Dora e va chiarita la verità. Ovvero se come suppone la Procura sia caduta con il volto rivolto all’esterno o come ricostruiscono i periti della famiglia con il volto rivolto verso il muro. La dinamica potrebbe dare risposte sulla volontarietà o meno dell’azione.
Inoltre sempre per il gip vi è una diversità di vedute da parte dei consulenti di parte sulla causa di alcune lesioni ricontrate sul corpo della ragazza di Montesano sulla Marcellana. Non si comprende con certezza se siano avvenute prima o dopo la caduta, se siano frutto di una colluttazione antecedente al volo o meno. Secondo il giudice quindi l’archiviazione richiesta dalla Procura non può ritenersi “completa, esaustiva e soprattutto risolutiva”.
In base a ciò è stata disposta una perizia fisico balistica e una perizia medico legale da assumersi in incidente probatorio onde appurare le dinamiche della precipitazione di Dora e stabilire se le stesse siano compatibili con una condotta volontaria o siano da ricondurre a un’azione di terzi, e accertare le cause delle lesioni riscontrate sul corpo della ragazza.