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domenica, 23 Marzo, 2025
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La Toscana è la prima regione ad approvare la legge fine vita. Filomena Gallo, avvocata di Teggiano: “Legge di civiltà”

La Toscana diventa la prima regione in Italia a approvare una legge sul Fine Vita, dopo che il Consiglio regionale ha varato il provvedimento nel pomeriggio.

“Siamo grati alle Consigliere e ai Consiglieri della Regione Toscana per aver approvato la nostra legge ‘Liberi Subito’, che definisce tempi e procedure per l’aiuto medico alla morte volontaria”, afferma Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS. “Questa è una legge di civiltà, perché impedisce il ripetersi di casi – come quello di Gloria, proprio in Toscana – in cui persone sono costrette ad aspettare mesi o addirittura anni per ricevere una risposta, mentre vivono una sofferenza insopportabile e irreversibile.”

Le nuove disposizioni approvate in Toscana permettono di attuare pienamente la sentenza della Corte Costituzionale “Cappato – Antoniani”, che ha legalizzato l’“aiuto al suicidio” in Italia, a determinate condizioni. “Il voto del Consiglio regionale è stato possibile grazie all’azione di disobbedienza civile di Marco Cappato e alla firma di 10.700 cittadini toscani che hanno attivato la legge di iniziativa popolare,” aggiunge Gallo.

“Il nostro prossimo obiettivo è l’approvazione della legge ‘Liberi Subito’ in tutte le Regioni italiane, dove il ‘suicidio assistito’ è già legale in virtù delle sentenze della Consulta, ma senza garanzie sui tempi e le procedure per le persone malate e i medici. Stiamo raccogliendo le adesioni di chi vuole partecipare a questa iniziativa attraverso il nostro sito.”

Filomena Gallo conclude sottolineando l’importanza di continuare a supportare le persone sui diritti legati alla fine della vita: “Continueremo ad aiutare le persone a fare chiarezza sui loro diritti attraverso il nostro ‘Numero Bianco’ 06 9931 3409, che offre informazioni sul testamento biologico e sulle cure palliative. Siamo pronti ad allearci con chi si è opposto alla nostra legge per potenziare le cure palliative, perché il diritto all’autodeterminazione non è in alcun modo in contrasto con il diritto alle cure.”

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