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venerdì, 14 Febbraio, 2025
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La “Juta dei Femminielli” a Montevergine: fede e diritti lgbtq+. Disagi dei trasporti per la troppa folla.

Fiumi di gente per l’appuntamento di ogni anno nel giorno della Candelora a Montevergine dove si celebra la “Juta dei Femminielli” al Santuario. Il giorno festivo insieme al bel tempo ha garantito l’arrivo di migliaia di fedeli, amanti della tammurriata e comunità lgbtq+ a Mercogliano da dove partiva la funicolare che li avrebbe condotti al Santuario.

Non tutti però hanno potuto accedervi data l’enorme mole di persone a cui l’accesso per questioni di sicurezza è stato limitato. Stessa storia per le navette in partenza da Ospedaletto d’Alpinolo, il paese immediatamente confinante a Montevergine da dove erano stati previsti quattro bus forniti dall’azienda Air Campania, che poi sono diventati nel corso della giornata dieci per ovviare al mancato trasporto.

Una folla che sicuramente non ci si aspettava e che ci rimanda alla polemica di questi giorni di Roccaraso: spesso forse causa del disagio sono i luoghi non abbastanza attrezzati ad accogliere i grandi numeri.

Quei grandi numeri che la Candelora a Montevergine ha registrato con una settimana di eventi culminati il 2 febbraio. Una festa che è diventata negli anni simbolo di uguaglianza e di diritti per le comunità lgbtq+ . La leggenda narra che proprio nel giorno della Candelora una coppia di omosessuali in seguito a torture da parte degli abitanti del posto venne tratta in salvo dalla stessa Madonna che da allora da parte di tutti i “Femminielli” venne affettuosamente appellata con il nome di Mamma Schiavona.

Il matrimonio dei Femminielli a piazza mercato al ritorno dal Santuario celebrato dal Sindaco di Ospedaletto Luigi Marciano sancisce per dirla con le sue parole “Un intimo sentire a suono di nacchere e tammorre”.

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